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Archive for marzo 2009

Quando sarò capace di amare

Quando sarò capace d’amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
né di far l’amore con mia madre in sogno.

Quando sarò capace d’amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino.

Quando sarò capace d’amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensiero.

Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa.

Quando sarò capace d’amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei.

Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro.

Quando sarò capace d’amare
farò l’amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.

E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l’animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo.

Quando sarò capace d’amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere

un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso.

Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.

Così vorrei amare.

(Giorgio Gaber)

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18 marzo 1935

Da Wikipedia

don_tonino

Antonio Bello, meglio conosciuto come don Tonino (Alessano, 18 marzo 1935 – Molfetta, 20 aprile 1993) è stato un vescovo cattolico e scrittore italiano.

Figlio di un carabiniere e di una casalinga di una famiglia del basso Salento, trascorse l’infanzia in un paese ad economia agricola ed impoverito dall’emigrazione. Assistette alla morte dei fratellastri e del padre.

Dopo gli studi presso i seminari di Ugento e di Molfetta, don Tonino venne ordinato sacerdote l’8 dicembre 1957 … dal 1969 fu anche assistente dell’Azione Cattolica e quindi vicario episcopale per la pastorale diocesana.

Nel 1978 il vescovo Michele Mincuzzi lo nominò amministratore della parrocchia Sacro Cuore di Ugento, e l’anno successivo parroco della Chiesa Matrice di Tricase. Qui avrebbe mostrato una particolare attenzione nei confronti degli indigenti, sia con l’istituzione della Caritas sia con la promozione di un osservatorio delle povertà.

Il 10 agosto 1982 fu nominato vescovo della diocesi di Molfetta-Giovinazzo-Terlizzi … il 30 ottobre 1982 ricevette l’ordinazione episcopale.

Sin dagli esordi, il ministero episcopale fu caratterizzato dalla rinuncia a quelli che considerava segni di potere (per questa ragione si faceva chiamare semplicemente don Tonino) e da una costante attenzione agli ultimi: promosse la costituzione di gruppi Caritas in tutte le parrocchie della diocesi, fondò una comunità per la cura delle tossicodipendenze, lasciò sempre aperti gli uffici dell’episcopio per chiunque volesse parlargli e spesso anche per i bisognosi che chiedevano di passarvi la notte. Sua la definizione di “Chiesa del grembiule” per indicare la necessità di farsi umili e contemporaneamente agire sulle cause dell’emarginazione.

Nel 1985 venne indicato dalla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a succedere a monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, nel ruolo di guida di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace. In questa veste si ricordano diversi duri interventi: tra i più significativi quelli contro il potenziamento dei poli militari di Crotone e Gioia del Colle, e contro l’intervento bellico nella Guerra del Golfo, quando manifestò un’opposizione così radicale da attirarsi l’accusa di istigare alla diserzione.

Benché già operato di tumore allo stomaco, il 7 dicembre 1992 partì insieme a circa cinquecento volontari da Ancona verso la costa dalmata dalla quale iniziò una marcia a piedi che lo avrebbe condotto dentro la città di Sarajevo, da diversi mesi sotto assedio serbo a causa della guerra civile. L’arrivo nella città assediata, tenuta sotto tiro da cecchini serbi che potevano rappresentare un pericolo per i manifestanti, fu caratterizzato da maltempo e nebbia. Don Tonino parlò di “nebbia della Madonna” (celebrata l’8 dicembre).

Morì per il cancro a Molfetta il 20 aprile 1993.

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Germogli

germogli

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Per il tuo compleanno

Sei nata.
In quel giorno bello, sei nata.
In anticipo sulla primavera,
sette giorni in anticipo.
Come primula bianca.
I tuoi petali candidi,
come la luce,
come la neve,
come la gioia che hai dato alla mia vita.
Da quando ci sei tu.
Da quando…
sei nata.

T

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Trasfigurato

Vedo il mondo che mi circonda,
i suoi colori, i suoi odori;
i suoi grigiori
e lo scopro
attraversato da una luce sottile
che me lo trasfigura.
Come l’aura dell’alchimista.
Come il bianco del lavandaio.
La luce del Verbo sottile, quella che splende nelle tenebre;
la parola dell’Amante.
Sarò in grado di ascoltare?

T

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Da un po’ di tempo calco il pavimento di faceBook, che tutti sapete che cos’è: una realtà simpatica, bella, innovativa e tutto quanto. Una delle cose che mi ha colpito da subito è la grande varietà di “gruppi”: c’è un gruppo per qualsiasi cosa; anche quelli di simpatizzanti per il proprio gatto o per il pappagallo del vicino. E questo anche è molto divertente. C’è poi, in alcuni utenti più che in altri, una mania: quella di iscriversi a quanti più gruppi possibile, specie se sono di protesta («Fermiamo il nucleare!»; «Fermiamo la violenza sulle donne!»; «No al papa!»; «Diciamo no a chi sputa sui muri»; «Facciamo chiudere faceBook»; «Obama delinquente!»; ecc. ecc…).facebook Al che, mi è venuta un’idea per un nuovo gruppo: «Fermiamo quelli che vogliono fermare tutto»! Dove voglio arrivare con questo? Voglio arrivare: e se quelli da fermare fossimo proprio noi? Non pensiamo sia opportuno, in questi tempi frenetici e chiacchieroni, dove ognuno vuol (e giustamente può) “dire la sua”, fermarci con noi stessi, riflettere nel nostro cuore, magari dire meno cose ma più sensate, concedendo meno spazio alla retorica e più alla “contemplazione”? Pardon (che brutta parola ho usato!), diciamo: alla riflessione interiore? Certo che è giusto protestare, ma non è forse meglio farlo con intelligenza e con una convinzione che scaturisca veramente dal cuore (o dalla mente, se preferite), ricca di tutta la forza di noi stessi?
Detto questo, evviva faceBook, evviva i gruppi, evviva le cose divertenti ed evviva pure la protesta intelligente e dinamica; voglio dire: se il Web non servisse anche a questo!

T

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